3 settembre 2008

ESTERO: SULL'ACCORDO ITALIA-LIBIA


Sui principali quotidiani di oggi, si può leggere del nuovo accordo stipulato sabato scorso tra Italia e Libia.
Uno dei punti riguarda la richiesta, da parte libica, di evitare, in caso di aggressione militare, la concessione delle basi militari NATO in Italia.
Questo riporta alla memoria i fatti del lontano Aprile del 1986, quando i caccia americani che bombardarono Tripoli, quale rappresaglia ad un attentato libico a soldati americani in Germania, decollarono dalle basi di Lampedusa. In tutta risposta, Gheddafi fece lanciare alcuni missili verso l'isola, che però non centrarono - fortunatamente - l'obiettivo.
Ora, a parte domandarci come si comporterà il paese africano nell'ottica di cooperazione con l'Italia sul problema clandestini, che diventa sempre più ostico e che non sembra trovare, al momento, grosse soluzioni, c'è da domandarsi un'altra cosa: quale metro di giudizio sta utilizzando la diplomazia? La Libia chiede a gran voce che in caso di aggressione non si conceda l'utilizzo delle basi militari presenti sul nostro territorio (cosa giusta e sacrosanta). Se l'avesse chiesto anche la Serbia, 9 anni fa, quando fu "umanitariamente" bombardata (guerra che costò anche morti tra i civili serbi, oltre allo scandalo delle bombe all'uranio impoverito), quale risposta avrebbe ottenuto? Di fatto, i bombardieri yankee partirono dalle basi italiane, senza grossi impedimenti.
Bene, accordo fatto. A questo punto, la Libia si impegnerà a non far sbarcare più clandestini sulle coste italiane? Attendiamo fiduciosi.
Nel frattempo sappiamo che Tripoli riceverà 5 miliardi di dollari dilazionati in 25 anni, come risarcimento del periodo coloniale. Speriamo di non finire "curnuti e mazziati".
Emiliano Romanelli
Portavoce Provinciale di Gioventù Italiana Torino

3 commenti:

Anonimo ha detto...

5 milioni di dollari? Magari! Sono 5 miliardi, per chiudere la questione iniziata nei primi anni del 1900. Certo, si parla anche di cooperazione nella lotta all'immigrazione clandestina e "favori" per quanto riguarda il rifornimento petrolifero dell'Italia. Ma mi chiedo: non è che il signor Gheddafi ha sfruttato proprio l'immigrazione,chiudendo uno o due occhi, proprio per ottenere questo accordo? E l'Italia perchè non si concentra di più sui giacimenti petroliferi in Basilicata? Berlusconi dice che il petrolio libico è di ottima qualità. Lo dobbiamo bere o mangiare? No. In qualsiasi distributore di benzina dubito fortemente che il prodotto venduto sia di unica provenienza. Arabo, libico, americano, venezuelano, russo. Nel momento in cui viene raffinato, non c'è l'addetto che dice: "Ah questo è petrolio libico di un'ottima annata!". Quindi è una giustificazione abbastanza ridicola.
A questo punto però credo sia lecito richiedere qualche miliardo di euro a francesi, spagnoli, greci, mongoli, ottomani, austrungarici e mettiamoci pure gli unni per le occupazioni dei secoli scorsi, no?

Unknown ha detto...

5 miliardi?

sorry, allora ho letto male io.

Mi informo meglio.

Per il resto, nulla da eccepire.

Anonimo ha detto...

Roberto dice bene!
La nostra classe politica non ha alcuna intenzione di servire il la propria nazione.
Urge entrare nelle stanze dei bottoni per fare un pò di pulizia.
Questa gioventù è pronta a tutto!

Hobbit81